La località flegrea in cui sono maggiormente concentrate le ragioni del mito, grazie al manifestarsi di fenomeni naturali, è il Lago d’Averno. Ingresso dell’Ade nella mitologia greco-romana.

Virgilio racconta come esso fosse attraversato da Enea – su suggerimento della Sibilla Cumana – per incontrare nel regno dei morti, l’ombra del padre Anchise, che gli svelerà le sorti della sua stirpe. Che il luogo dovesse presentare un aspetto paesaggistico partico­lare si intuisce bene dalla descrizione di Straboneripor­tata più sopra: le esalazioni di idrogeno solforato e acido carbonico vi impedivano ogni forma di vita, da cui il nome Averno, che deriva per l’appunto dal termine greco aornon, privo di uccelli.

Un radicale cambiamento dell’assetto territoriale del lago e del suo circondario avvenne nel 37 a.C., durante la guerra fra Ottaviano e Sesto Pompeo, quando lo stratega Marco Vipsanio Agrippa collegò il lago al mare, con un ampio canale navigabile che attraversava il vicino lago Lucrino, per costruirvi un colossale arsenale (il Portus Julius), oggi sommerso per effetto dei fenomeni bradisismici dell’area flegrea. Le esalazioni terminarono in breve tempo e le testimonianze storiche, come emerge anche dalla lettu­ra dei brani riportati in corsivo, descrissero in seguito un luogo delizioso, ricco di fascino paesaggistico, con le pendici in parte coltivate ed in parte boscate, e lo specchio d’acqua frequentato da uccelli acquatici. È questo il paesaggio che, con leggere differen­ze, appare ancora oggi all’occhio del visitatore.

Il Lago d’Averno è un cratere flegreo esteso per 151 ettari, con un dislivello altimetrico che va da 1 a 99 metri sul livello del mare. Il fondo del cratere è occupato da un lago (50 ha.).
Dal punto di vista paesaggistico, il lago presenta alcune forme di degrado dovute ad un uso irrazionale e incompatibile con la sua natura. Una strada asfaltata corre lungo la riva meridionale e le sponde ospitano alcune costruzioni e in altri tratti addirittura sversatoi abusivi di rifiuti. Lo specchio d’acqua ha inoltre subito in più occasioni il versamento di liquami fognari che hanno fortemente intaccato le sue capacità autorigeneranti. Ciononostante, esso conserva ancora (e in questo conferma di essere un luogo magico!) molti aspetti interessanti, con tratti anche ben conservati e degni di una attenta visita naturalistica.