Altri fenomeni vulcanici sono osservabili nei Campi Flegrei, grazie alle molte fumarole sparse sul territorio ed alle sorgenti termali, la gran parte delle quali è sfruttata da privati per scopi terapeutici.
Un’area in cui vi è una discreta concentrazione di fumarole è quella dei Pisciarelli, posta ai confini tra i comuni di Napoli e Pozzuoli, e facilmente visibile dalla tangenziale all’altezza della barriera di Pozzuoli: sulla sinistra si vedono delle rocce, in parte coperte da macchia mediterranea e in parte nude, tra le quali si alzano – più o meno intensi, a seconda dell’attività vulcanica- fumi bianchi.
L’area, menzionata da Plinio come fontes leucogei, per le acque alluminose e biancastre che da essa sgorgavano, è purtroppo soggetta a un lento ma continuo processo di degrado, che si concretizza fondamentalmente con la crescita delle attività antropiche, per lo più di tipo edilizio (case abusive) e stradale, o con lo sversamento di rifiuti solidi urbani in discariche abusive.
L’interesse naturalistico dell’area è notevole, in considerazione del fatto che intorno alle fumarole è stata rinvenuta negli anni ’60 la presenza di Cyanidium ealdarium, un’alga unicellulare di incerta posizione sistematica, vivente nelle fumarole acide, e che presenta un notevole interesse scientifico per la sua eccezionale resistenza a condizioni di acidità e di temperatura estreme, oltre che per le sue caratteristiche morfologiche e fisiologiche. Le stazioni puteolane, insieme a quelle ischitane, sono le uniche esistenti in Europa per questo organismo, al punto che il sito rientra nell’elenco dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia, redatto nel 1971 dalla Società Botanica Italiana.